Scrittore francese. Figlio di un pittore e storico dell'arte, da cui ricevette i
primi rudimenti di Disegno e di Archeologia, si laureò in Giurisprudenza.
Fin da studente si era occupato di letteratura, frequentando i salotti
intellettuali della capitale, stringendo una duratura amicizia con Stendhal che
lo introdusse presso personaggi come Sainte-Beuve, Cousin, Girandin. Come autore
esordì nel 1825 con
Théâtre de Clara Gazul, una
finzione letteraria in cui una serie di drammi teatrali venivano attribuiti ad
un'attrice spagnola e di cui egli figurava come semplice traduttore. L'opera
ebbe ampio successo, tanto che
M. adottò la medesima strategia
editorial-letteraria nel 1827 dando alle stampe
Guzla (evidente anagramma
di Gazul), presentata come una raccolta di canti illirici apocrifi: lo
stratagemma ingannò più di uno studioso a riprova di un notevole
rigore filologico dell'autore. La sua capacità di rievocare ambienti,
personaggi e forme culturali si rivelò anche nel dramma romantico
La
Jacquerie (1828), in cui descrisse la rivolta contadina di Beauvais, e nel
romanzo storico, composto alla maniera di W. Scott,
Chronique du règne
de Charles IX (1829). I massimi risultati letterari, però, furono
raggiunti da
M. nelle novelle, la cui misura narrativa meglio si
adattò, rispetto al romanzo, alla sua capacità di sostenere una
trama. Fra il 1829 e il 1837 compose una serie di racconti:
L'enlèvement de la redoute,
Matéo Falcone,
Tamango,
La double méprise,
La Vénus d'Ille,
Le vase étrusque ou la partie de trictrac. Per questa via si
preparò alla composizione di quelli che sono oggi considerati i suoi
capolavori:
Colomba (1840), un romanzo breve ambientato in Corsica, e
Carmen (1845), una novella di costume spagnolo. In quegli stessi anni
ottenne la nomina ad ispettore per i monumenti storici: questo incarico gli
consentì di coltivare i suoi interessi archeologici ed artistici e di
scoprire e restaurare diverse opere, salvando dalla rovina e dall'abbandono
numerosi monumenti dell'arte romanica e gotica. Nel 1843 fu ammesso
all'"Académie des Inscriptions et Belles-lettres" e l'anno seguente
all'"Académie française". In questo periodo si dedicò anche
a studi storici ed archeologici:
Essai sur la guerre sociale (1841),
Etudes sur l'histoire romaine (1848),
Histoire de dom Pèdre roi
de Castille (1848),
Etudes sur les arts au Moyen Age (postumo, 1876).
Durante un viaggio in Spagna compiuto negli anni Trenta,
M. aveva stretto
amicizia con la famiglia Montijo e con la futura moglie di Napoleone III,
Eugenie, ancora bambina. L'ascesa al trono di Napoleone III e della consorte,
portò all'artista onori e riconoscimenti e una sicura e prestigiosa
posizione a corte. Pur continuando a comporre novelle (fra le altre
Le faux
Démétrius, 1852;
Lokis,
Djoumane,
La chambre
bleue, 1869), si dedicò anche ad attività di traduzione e di
critica letteraria. Buon slavista, gli si deve la diffusione in Francia della
letteratura russa: in particolare Puškin, Gogol' e Turgenev, che tradusse
personalmente. Travolto dal crollo del regime, morì subito dopo la
sconfitta di Sedan. Autore sicuramente riconducibile ad una sensibilità
romantica,
M. dimostrò ciò nonostante caratteri eccentrici
rispetto ad essa e soprattutto all'ambito francese, non ultima la sua precisione
filologica, una certa freddezza nella narrazione, cui l'autore non sembra mai
partecipare con sincero coinvolgimento. La sua scelta di misura ed equilibrio si
realizzò anche sul piano linguistico e sintattico, per il quale fu a
lungo definito come "classico fra i romantici" (Parigi 1803 - Cannes
1870).